Esistono in natura un paio di centinaia di specie di funghi, numero tra l’altro in continuo aumento, che posseggono proprietà cosiddette psicoattive, ovvero capaci di modificare lo stato psico-fisico di un soggetto; essi vengono comunemente chiamati funghi allucinogeni perché, in accoppiata con questa loro caratteristica, ne posseggono anche un’altra di carattere psichedelico. Proprio così, è esattamente ciò che avviene nel caso della maggior parte di questa categoria di funghi, quasi tutti contenenti psilocibina, chimicamente identificabile come triptammina psichedelica, muscimolo, e acido ibotenico, due tossine che producono effetti inebrianti ed allucinazioni.
Alcune specie di ‘funghi allucinogeni’ come ad esempio quelli della famiglia dei Psilocybe, che contano circa una ottantina di sottospecie in cui essi vengono suddivisi, sono abbastanza diffuse a ridosso della fascia tropicale del globo terrestre, e si sviluppano in ambienti con presenza di sterco di animali quadrupedi; altre famiglie di funghi invece, come quella dei Panaelous Cyanescens, conosciuti anche come funghi hawaiani e più diffusi nelle due Americhe, sono un po’ più rare da incontrare nel continente europeo, ma con caratteristiche e proprietà più marcate, ed effetti ‘allucinogeni’ più persistenti.